Cautela: ecco cosa serve per giudicare il mercato auto in Italia a marzo 2023. Infatti, è vero che le 168.294 vetture immatricolate segnano una crescita del 40,8% sullo stesso mese del 2022. Così com’è vero che la crescita del primo trimestre sale al 26,2% con 427.019 immatricolazioni rispetto a gennaio-marzo 2022. Pur tuttavia, occorre considerare che siamo ben lontani dai livelli pre pandemia. Tanto che si viaggia a un -20,6% rispetto al primo trimestre 2019.

Condivisibile la chiave di lettura di Dataforce Italia: per i privati, la crescita delle nuove targhe è stata del 16,6%, ma la perdita di market share di questo canale è di 10 punti. Il motivo? Le incertezze delle famiglie italiane, coi vari timori legati a inflazione, caro-carburanti, disoccupazione. Senza contare la guerra Russia-Ucraina e i suoi imprevedibili sviluppi. In gran spolvero il canale del noleggio: il lungo termine (auto in affitto per anni) sfiora il +90% e il breve termine (per un mese al massimo, auto in affitto a turisti e uomini d’affari) che addirittura triplica le nuove targhe.
Grazie anche a un miglioramento delle forniture globali, le auto elettriche salgono al 4,8% di quota nel mese, mentre le ibride plug-in si portano al 4,3%. Ma il fenomeno è tuttora di nicchia: queste macchine vengono reputate troppo care e poco pratiche per mancanza di stazioni di ricarica.
Come risollevare per davvero, allora, le sorti del mercato in Italia? L’Unrae (Unione Case estere) ha la sua ricetta, che propone al Governo Meloni. In passato, gli altri Esecutivi si sono dimostrati non molto attenti all’automotive. Dunque, il punto uno è la revisione della fiscalità per le auto aziendali, modulando detraibilità Iva e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2. Utile ottenere i benefici ambientali delle vetture a zero o basse emissioni. Allineandoci al resto d’Europa, senza divenire un Paese di Serie B nel settore auto.
Secondo: occorre riformulare gli incentivi all’acquisto di veicoli low emission, con innalzamento dei tetti di prezzo e inclusione di tutte le persone giuridiche con bonus a importo pieno. I bonus del passato sono stati un mezzo flop: pensati male e raddrizzati peggio in corsa. Prezioso prevedere di conseguenza anche l’allocazione dei fondi residui del 2022.
Tre: urgono norme attuative per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica da parte di privati e condomini. La burocrazia asfissiante è da snellire. Occorre accelerare la realizzazione di punti di ricarica su strade urbane e superstrade. I fondi sono stati stanziati da molto tempo, ma non sono ancora spendibili, perché mancano le autorizzazioni amministrative. L’elettrico in Italia potrà davvero fare boom se si darà il via all’installazione capillare di colonnine di ricarica sia private sia pubbliche lungo le autostrade.
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