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Solo auto elettrica nel 2040: flop Cop26

Alla Cop26 di Glasgow, numerosi colossi dell’auto e Paesi hanno detto no al bando delle vetture termiche nel 2040 nel mondo.



Vettura elettrica protagonista alla Cop26 di Glasgow, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, iniziata a fine ottobre 2021. Infatti, l’idea della Cop26 è davvero facile a dirsi: dal 2040, nel mondo, imporre ai Gruppi auto di produrre solo auto elettriche.


Qual è l’obiettivo? Mettendo al bando le vetture termiche (benzina e diesel), si eliminerebbe la CO2 emessa dalle macchine: la famigerata anidride carbonica, climalterante. Di per sé, la CO2 non è inquinante, ma provoca il buco dell’ozono, attraverso il quale i raggi del Sole possono penetrare surriscaldando il pianeta. Viene a mancare il filtro ai raggi ultravioletti. Risultato: innalzamento della temperatura del globo terracqueo, scioglimento dei ghiacciai, clima impazzito con tempeste, bombe d’acque e grandinate violentissime.


Sul punto, la scienza non è unanime. Neppure uniti e compatti sono gli esperti nell’indicare la via: far fuori i veicoli a benzina e a gasolio, così da aiutare a salvare il mondo.


Proprio in seguito alla Cop26, la riflessione è stata ampia: si è anche ricordato il problema della produzione e dello smaltimento delle batterie. Che inquinano. E il guaio dell’elettricità prodotta dai fossili: operazione inquinante.



Anche per questo, perché numerosi Gruppi auto e Paesi non hanno firmato l’accordo: niente bando delle macchine termiche nel mondo nel 2040. A nostro avviso leader del partito del no è Toyota. In sostanza, per il gigante giapponese, il pianeta non è del tutto pronto all’auto elettrica.


Sentiamo in dettaglio il concetto: dove esistono l'energia e l'infrastruttura per la ricarica, le condizioni economiche e la disponibilità del cliente, lì allora siamo pronti ad accelerare e a sostenere la transizione con veicoli a emissioni zero appropriati, ha affermato un portavoce del colosso nipponico.



Ma c’è un ma. In molte aree del mondo, come l'Asia, l'Africa, il Medio Oriente, non c’è ancora un contesto operativo adatto a promuovere il trasporto a zero emissioni. Pensiamo che ci vorrà più tempo per fare progressi. Quindi, è difficile per noi impegnarci ora nella dichiarazione congiunta: questo il pensiero della Casa delle Tre ellissi.


Hanno detto no, a vario titolo, anche Volkswagen, Stellantis, BMW, Renault, Nissan Honda, Hyundai-Kia. Per giunta, il patto non è stato sottoscritto da Cina, Stati Uniti, Germania, Francia, Spagna e Italia.


Domanda: ma allora, la Cop26, per l’auto elettrica, è stato un flop? Saremmo più orientati per il sì. Pur rispettando chi ha firmato: General Motors, Ford, Volvo, Mercedes-Benz, BYD e Jaguar Land Rover.



Ma osserviamo un po’ di numeri. In Europa, sono state vendute 1,365 milioni di elettriche. In Cina 1,3 milioni. Contro le 300.000 in USA. Se ci mettiamo anche il Giappone, siamo al 90% del totale del mercato. Altrove, l’elettrico è quasi sconosciuto. Esiste un’enorme disparità tra le varie aree geografiche.


Di questo e altro dovrà tenere conto l’Unione Europea. La Commissione UE propone di imporre la produzione di sole auto elettriche nel 2035. Con enormi differenze all’interno di ogni nazione, anche in termini di colonnine elettriche: basti dire che in Italia ci sono solo 2,7 punti di ricarica ogni 100 km. Dopo il dramma economico e sociale del Covid, sarebbe opportuno un minimo di cautela, prima di andare a colpire così durante un pilastro dell’economia come l’automotive.


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