Con l’Intelligenza Artificiale, il business dell’auto sapiens che aiuta l’homo sapiens
C’era una volta l’homo sapiens da solo, che guidava i veicoli con la propria mente usando il
proprio corpo: adesso c’è anche l’auto sapiens, che aiuta l’essere umano a spostarsi in
macchina. Alla base di tutto, l’Intelligenza Artificiale (AI), ossia mezzi definiti da software. Con
gli ultra perfezionati Adas, aiuti alla guida che stanno portando alla vettura robot, con Livelli di
autonomia sempre più alti.
È quanto rileva l’Osservatorio auto e mobilità della Luiss Business School, che prefigura veicoli
ancora più furbi, snocciolando i seguenti numeri: entro il il 90% del mercato mondiale costituito
da mezzi intelligenti nel 2030, e oltre 70 miliardi di investimenti delle case auto nell’IA. In più,
per il 2025, circa 200 miliardi il valore generabile dall’auto grazie alla tecnologia. E, nel 2027, il
consumo energetico annuo per l’IA sarà pari al 50% del fabbisogno energetico italiano attuale.
Dei 650 miliardi di dollari di fatturato attesi, la maggior parte andrà ai fornitori, mentre le Case
costruttrici passeranno da 87 a 248 miliardi, triplicando il loro volume attuale. Un business
notevole. Anche perché le unità di calcolo sono sempre più potenti: o a bordo o raggiungibili con
una connettività che ne dilata la capacità decisionale.
E tutto oro quel che luccica? No. Il consumo annuo imputabile ai server per l’IA è di 29,3 TWh:
si arriverà nel 2027 tra gli 85 e i 134 TWh, pari a quasi il 50% del fabbisogno elettrico italiano
attuale. Da una parte, l’Ue e altri gruppi di Stati combattono le emissioni inquinanti e il
surriscaldamento globale; dall’altra, l’auto intelligente ha bisogno di molta energia a bordo e di
cloud e supercomputer, il cui consumo è già circa l’1-1,3% di quello mondiale di elettricità. E
triplicherà entro il 2030. Ai decisori politici e ai gruppi auto la responsabilità di agire nel rispetto
dell’ambiente.
Comments