Il mercato dell'auto sta soffrendo, ma perché?
Il primo dato è che l’italiano mai e poi mai farà a meno dell’auto privata, specie con questi mezzi pubblici in condizioni pessime. Una nuova indagine di SIXT e dell'Università di Pavia misura le abitudini di mobilità degli italiani, un'istantanea dell’oggi e di domani: i connazionali usano l'auto sia per gli spostamenti quotidiani sia per i fine settimana e le vacanze. Il 56,6% degli intervistati dichiara di utilizzare l'auto per gli spostamenti quotidiani. Inoltre, ci sono meno vendite ma più circolante in 10 anni. Infatti, come spiega Andrea Cardinali (direttore generale Unrae, Unione Case estere), con meno vendite, c’è un ciclo di sostituzione più lungo, e quindi un parco più vecchio. In 12 anni, il mercato auto è crollato da 2,5 a 2,0 a 1,3 milioni, oggi è in ripresa a 1,5-1,6 milioni. Ma siccome sono scese le rottamazioni, allora il circolante è salito di quasi 6 milioni ed è invecchiato di 4,5 anni.
Oggi, qual è la situazione? Abbiamo un’età media 12,5 anni, con ciclo di sostituzione 26 anni. Inoltre, in un confronto relativo al 2022 fra i cinque grandi mercati europei, l’Italia è la peggiore dopo la Spagna su entrambi i parametri, aggiunge Cardinali. Invece l’alto tasso di motorizzazione è causato dal basso tasso di utilizzo delle auto: i km percorsi sono distribuiti su più vetture. Qui, nel confronto europeo abbiamo il tasso di motorizzazione più alto, ma quello di utilizzo più basso.
Il problema è che nel 2022 in Italia sono state immatricolate 1,317 milioni di auto rispetto alla media di 2 milioni degli ultimi 30 anni: è il livello più basso dopo il fondo toccato nel 2013 con 1,304 milioni. Ma a fine anno il parco circolante era aumentato a 39,3 milioni di vetture con età media superiore a 12 anni. Delle oltre 39 milioni di auto in circolazione, circa il 25% sono ante Euro 4 con oltre 17 anni di età. A questi si aggiungono i veicoli commerciali, il cui mercato nel 2022 è sceso del 13% (161.000 unità), ma conta un parco di 4,2 milioni di mezzi in circolazione, il 41% dei quali ante Euro 4.
Con ripercussioni negative a catena. Meno sicurezza stradale, più incidenti, maggiori costi sociali, auto riparate male e nelle carrozzerie iper convenzionate a manodopera ultra low cost, prezzi RC Auto che schizzano alle stelle perché i risarcimenti salgono in parallelo all’inflazione. Si attende quindi qualche decisione del Governo Meloni in tema di bonus forti e sul lungo periodo sia per gli acquisti privati sia per il noleggio a lungo termine.
Comentarios