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Immagine del redattoreSimone Facchetti

"La forma del tempo": un docufilm di Mazda celebra il legame tra Italia e Giappone

Vi siete mai chiesti perché le Mazda abbiano uno stile così vicino ai canoni di "bellezza" del design italiano? La storia raccontata dal docufilm "La forma del tempo" vi chiarirà le idee...



Le guardi per strada e non puoi restare indifferente. Sarà per i colori cangianti come il Soul Red Crystal, sarà perché non seguono le mode del momento. Sarà perché, con i loro giochi di luci e ombre e quella tensione espressa dalle linee della carrozzeria (poche ma nei punti giusti), ricordano in qualche aspetto le auto italiane.


Spoiler: non si tratta di coincidenze, né tantomeno di sensazioni personali. Effettivamente, ogni modello Mazda racchiude in sé un po’ del design italiano, questo grazie agli incontri che hanno radici nella storia della Casa giapponese. Una storia che meritava di essere raccontata, e così ha fatto Mazda Italia.


Mazda e il legame tra Italia e Giappone: tutto cominciò con la MX-81


Tutto nasce dal ritrovamento della foto della concept car Mazda MX-81 Aria del 1981 ai piedi del duomo di Milano. Un'auto realizzata dalla carrozzeria Bertone, il cui centro stile era all'epoca guidato da Giorgetto Giugiaro, forse il car designer più famoso di tutti i tempi.



Da qui l'idea, promossa da Mazda Italia e supportata dalla sede centrale giapponese di Hiroshima, di ritrovare il prototipo e riportarlo allo splendore originale. Così è stato fatto: grazie al prezioso contributo dei mastri carrozzieri del centro SuperStile di Moncalieri (la cittadina alle porte di Torino considerata la "patria" dei grandi carrozzieri torinesi), la MX-81 Aria è stata restaurata nel pieno rispetto dei colori e dei dettagli originali, con la specifica richiesta di non eliminare del tutto i segni del tempo.



Un'auto avveniristica, la MX-81 Aria: già quarant'anni fa vantava soluzioni innovative per l'aerodinamica (i tergicristalli a scomparsa, come del resto i fari), la connettività (al centro dell'originale volante troneggiava un display a tubo catodico con la possibilità di visualizzare anche la mappa del GPS) e l'ergonomia (i sedili anteriori che ruotavano per agevolare l'accesso a bordo per i passeggeri posteriori). Al punto che da quel momento il prefisso MX venne utilizzato per identificare le Mazda innovative e fuori dagli schemi, dalla MX-5 del 1989 alla MX-30 elettrica del 2020.



La ricerca approfondita dei team italiani e giapponesi ha portato ad identificare l'artefice del primo contatto tra Mazda e l'Italia: Hideyuki Miyakawa, giornalista giapponese che oltre 60 anni fa scoprì e si innamorò del nostro Paese (e non solo), intrecciando relazioni che portarono alla realizzazione dei primi modelli giapponesi con stile (in parte) italiano.


Una storia che è prima di tutto relazioni tra le persone, accadute quasi per caso, o forse guidate dal destino, e che ha al centro la cura dell’oggetto e l’eccellenza nell’artigianato, dalla progettazione alla produzione, che accomunano due popoli all’apparenza così distanti.