Stop ai monopattini in sharing da settembre 2023. Una soluzione drastica per riportare ordine.
Sbagliare è umano, perseverare è diabolico: seguendo questa massima, la città di Parigi esce dall’inferno dei monopattini elettrici. Vediamo in che senso. L’errore della capitale francese risale al 2020, quando dà il via alle tavolette in sharing: l’utente paga e usa lo strumento per un noleggio flash. Ma il risultato è terribile, con l’aumento esponenziale degli incidenti lievi e gravi, oltre agli atti di pirateria su monopattino, guidato per commettere infrazioni e fuggire. Di qui la retromarcia: referendum a Parigi, col 90% dei votanti che dice stop ai monopattini in sharing da settembre 2023.
Le tre società di tavolette in condivisione, Lime, Dott e Tier Mobility, possono solo prendere atto della volontà popolare, intesa a riportare ordine, a proteggere i poveri utenti vulnerabili che si fanno male viaggiando sui monopattini. E tutelando gli automobilisti, alle prese con questa nuova follia della mobilità urbana. Al contempo svuotando i pronto soccorso, stracolmi di ragazzi col gomito fratturato per via dell’effetto catapulta dopo la frenata su monopattino.
Bravissima la sindaca, Anne Hidalgo, a fare retromarcia, dimostrando intelligenza politica e sensibilità in materia di sicurezza stradale. Infatti, i tre operatori confermano che il loro contratto non verrà rinnovato dal primo settembre.
Note polemiche delle società di sharing: la partecipazione al referendum sarebbe potuta essere più ampia e rappresentativa se le modalità della votazione fossero state differenti. Ossia più seggi, scrutinio elettronico, informazione comunale. E sostenendo che il risultato di questa votazione avrà un impatto diretto sugli spostamenti di 400.000 persone al mese.
E in Italia? Siamo messi malissimo. Su monopattino, un morto al mese. Il più recente a Limido Comasco, in Lombardia, patria della micromobilità , con Milano in testa. Più un numero incredibile di feriti.
Sentite l’analisi del Pronto Soccorso Gaetano Pini-CTO milanese, uno dei più importanti centri ortopedici e traumatologici, nel semestre maggio-novembre 2021. La struttura sanitaria ha preso in carico 1955 pazienti con traumi da incidente su un due ruote (bicicletta, motorini e monopattini) di cui 280 ad appannaggio del monopattino. Protagonista, la rottura bilaterale del gomito, che testimonia la violenza dell’impatto a terra per l’arto superiore nella classica caduta in cui il guidatore del monopattino è sbalzato in avanti. La maggior parte dei traumi, il 52%, ha coinvolto l’arto superiore mentre nel 40% dei casi è stato coinvolto l’arto inferiore. Il segmento più colpito è stato il ginocchio (17,1%), seguito dal gomito (15%), poi il polso (14,3%) caviglia (11,8%) e la mano (9,6%).
Enormi e non calcolabili i costi sociali, in assenza di statistiche certe. Non è infatti il classico sinistro fra due auto con targa, e con la Polizia che interviene sul posto a fare il report. Gli incidenti dei monopattini sfuggono ai numeri.
Da noi, sempre in forte crescita la diffusione dei servizi di monopattino-sharing, che nel 2021 ha registrato la metà dei noleggi totali fatti in Italia (17,8 milioni) e raddoppiato il numero di noleggi del 2020. Dai dati del Sesto Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility emerge che il 52% dell’intera flotta di mobilità condivisa (carsharing, scooter sharing, bikesharing, monopattino-sharing) è rappresentata dai monopattini. Nel 2021 il 41% tra le 98 città che hanno fornito una risposta dichiara di avere un servizio di sharing di monopattini elettrici. Roma registra il maggior numero di veicoli (14.500), seguita da Milano (5250) e Reggio Emilia con 1.600 veicoli disponibili.
Una certa parte politica dice spesso che l’Italia deve imitare la Francia. Adesso che Parigi ha paralizzato il monopattino in sharing, le nostre metropoli cosa fanno? Per ora, silenzio assoluto. Da parte sua, la Confarca autoscuole propone di introdurre un certificato di idoneità alla guida per monopattini e biciclette, una sorta di patentino. Così che almeno chi guida sappia le regole base del Codice della Strada, o le norme del buon vivere civile.
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