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Ponte sullo Stretto: Salvini lo vuole pronto per il 2029

Collegare Calabria e Sicilia con una maxi opera? Il Governo Meloni dice sì.


Torna d’attualità il Ponte sullo Stretto: un collegamento per auto e treno, che andrebbe a sostituire (o affiancare) l’attuale traghetto. A scommetterci è il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che a radio rtl ha ricordato come l’infrastruttura si farà. Lo confermano gli ingegneri e gli architetti, ha detto il leader leghista.


Vediamo un po’ di date. Il progetto deve essere aggiornato al 2023 e sarà l’opera più green ed ecocompatibile nel mondo perché farà risparmiare 140.000 emissioni di CO2 nell'aria, sostiene Salvini. Questa è la sua risposta a chi lo accusa che si tratterebbe solo di una maxi opera con ripercussioni negative a livello ambientale.


Entro il 2025 il Governo intende far partire i lavori, così nella prossima legislatura ci saranno attraversamenti su gomma e ferrovia. L’infrastruttura sarà pronta attorno al 2029. In più, l’Esecutivo punterà forte pure sull’Alta velocità tra Sicilia e Calabria.


La legge Bilancio 2023 ha fissato al 31 marzo 2023 il termine in cui è revocato lo stato di liquidazione della Società “Stretto di Messina”, concessionaria per la realizzazione e gestione del collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente. È necessario che entro questa data siano definite le nuove regole di funzionamento della società.


Forti le polemiche, anche da parte di chi teme infiltrazioni della criminalità organizzata. C’è poi il timore che la struttura non possa reggere eventuali movimenti sismici. Questi, evidenzia invece il report stilato dalle imprese del Gruppo Webuild sulla fattibilità del Ponte sullo Stretto di Messina e consegnato al Governo, non sono in grado di indurre spostamenti superiori a qualche centimetro al di sotto delle opere relative alle torri su entrambe le sponde: si conferma il rispetto di tutti i criteri antisismici dell’opera. Nel documento, vengono indicati i passaggi chiave necessari per far ripartire un’infrastruttura strategica per l’Italia.


In 200 giorni, potrebbe essere riapprovato il progetto esecutivo, dando inizio al cantiere, con 20.000 assunzioni da concludere entro l’anno. Solo in questa fase il valore della produzione del cantiere raggiungerebbe i 380 milioni di euro.

Ovviamente, l’idea non è per nulla nuova. Al di là dei Romani, che già all’epoca del massimo splendore dell’impero pensavano a una maxi opera, nel 1866 ci furono i primi studi seri a livello ingegneristico. Iniziative forti anche nel secondo dopoguerra: nel 1955, nacque il Gruppo Ponte Messina.


Successivamente, sono arrivati diversi progetti: anzitutto, il tunnel a mezz'acqua ancorato al fondo mediante cavi in acciaio. Ma anche il ponte strallato a tre campate, o sospeso a campata unica. O ancora: sospeso a tre, quattro o cinque campate. Il quarto Governo Berlusconi, nel maggio 2008, annunciò di voler fare la maxi opera.

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