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Salvini vuole il ritiro della patente a vita per i recidivi

Aggiornamento: 21 apr 2023

Brutte notizie per gli automobilisti, la patente potrebbe non tornare più!


Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, vuole rivoluzionare il Codice della Strada, imponendo il ritiro della patente a vita per i recidivi. Per capire di che trattasi, partiamo dalle pessime news in fatto di sicurezza stradale: stando a stime Istat, nel semestre gennaio-giugno 2022 si registra, rispetto allo stesso periodo del 2021, un aumento del numero di incidenti con lesioni a persone (81.437, pari a +24,7%), dei feriti (108.996, +25,7%) e delle vittime (1.450, +15,3%). I dati della Polizia Stradale raccontano che in tutto il 2022, a fronte di un incremento dell'incidentalità complessiva del 7,1% (70.554), le vittime (1.489) sono aumentate dell’11,1%. Difficile individuare tutte le cause con precisione, per via di report incompleti, ma la guida in stato pesantemente alterato da alcol o droghe è fra gli elementi più sotto osservazione.


Il ragionamento di Salvini è semplice: alla seconda infrazione grave nel biennio (recidiva), con incidente che comporti lesioni fisiche agli altri, va introdotto il ritiro della patente a vita. L’ergastolo della patente. Oggi, infatti, scatta la sospensione della patente per un certo numero di mesi, specie in caso di recidiva.


Ma quali violazioni al Codice della Strada sono nel mirino di Salvini? Probabilmente, lo stato di ubriachezza: oltre 0,8 grammi di alcol per litro di sangue. Difficile che già scatti l’ergastolo della patente per oltre 0,5 ma meno di 0,8 grammi. Eppoi, la guida sotto l’effetto di stupefacenti, sebbene ci sia un altro lavoro da completare: il Codice della Strada stabilisce che lo stato alterato sia dovuto a un’assunzione della droga subito prima di mettersi al volante. Dimostrarlo non è facile. Spesso, il lavoro delle Forze dell’ordine (bloccare l’automobilista, fare il controllo e l’analisi) viene “bruciato” da una burocrazia asfissiante.


Occorrerà capire se Salvini reputerà violazioni gravi tali da comportare l’ergastolo della patente anche per un forte eccesso di velocità con incidente, un passaggio col semaforo rosso che determina un sinistro o altro.


In passato, a più riprese, si è già parlato di ritiro a vita della patente, ma il disegno legge è caduto nel vuoto. La legge 41/2016 prevede nei casi mortali legati all’alterazione per consumo di bevande alcoliche e sostanze stupefacenti la pena accessoria della revoca della patente fino a un massimo di 15 anni e per i recidivi fino a un massimo di 30 anni: è il reato di omicidio e lesioni stradali. Tuttavia, trattasi di situazioni rarissime, a discrezione del giudice, che difficilmente applica il massimo della pena.


Per ora, le regole restano invariate. La patente può essere ritirata o sospesa. Oppure revocata quando il titolare non sia in possesso, con carattere permanente, dei requisiti fisici e psichici prescritti. O quando il titolare, sottoposto alla revisione della patente, risulti non più idoneo. O ancora quando il titolare abbia ottenuto la sostituzione della propria patente con un’altra rilasciata da uno Stato estero.

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