La prova dell'avventurosa Transalp tra le vigne della Franciacorta.
Era il 1987 quando Honda stupì il mondo con la prima edizione della Transalp. Allora era un 600 cc a V ed era un concentrato del meglio della tecnologia su due ruote dell’epoca. Oggi, dopo una lunga pausa, la Transalp torna con un look accattivante e molta tecnologia attinta dall’ultima Hornet.
Transalp: Look
Scopriamo cosa ci propone la nuova Honda Transalp 2023, partendo dal look.
Chiaramente, la colorazione bianca con le decorazioni, che si rifanno alla prima Transalp dell’87, è un tuffo al cuore, ma si possono ottenere altre due varianti, entrambe satinate, nero oppure grigio.
Il design della nuova Transalp è moderno, con la carena che abbraccia la zona del cupolino e il faro in colore a contrasto, creando delle aperture per far convogliare i flussi. Il faro è quello della Hornet, oppure della CB 500F, e questo aspetto ha sollevato qualche critica, ma, secondo me, si lega alla perfezione al design ed, in più, offre tecnologia full Led estremamente efficace.
Il cupolino in plexiglass non è regolabile, ma disponibile in due varianti e già questo offre una buona protezione anche alle alte velocità .
La carena scende e contorna il radiatore, per poi raccordarsi al serbatoio alto ma mai eccessivo, dunque un ottimo bilanciamento dei pesi anche con il pieno di carburante, per poi scendere e proseguire nel sotto sella. Quest’ultima è disponibile in due varianti: normale, come questa con un’altezza da terra di 85 cm, oppure ribassata per i meno alti.
Sulla nuova Transalp lo spazio per il passeggero è stato allungato per offrire il massimo in termini di comodità ed, in più, il maniglione è ampio e molto comodo, anche come base per un eventuale bauletto, disponibile nella lista degli optional.
Molto ben realizzato anche il cordolino che termina con il classico faro a Led.
Il telaio a diamante è in acciaio, e deriva in parte da quello della Hornet, ma è stato rinforzato e modificato nei punti giusti, con un canotto di sterzo più ampio, ma anche una rigidità per rispondere alle sollecitazioni dell’uso in fuoristrada. Apprezzabili le pedaliere che creano una perfetta triangolazione con il manubrio con un canotto di sterzo inclinato di 27 gradi.
La ciclistica è stata messa a punto attingendo all’esperienza di Honda nel fuoristrada, con l’adozione di una forcella a steli rovesciati Showa da 43 mm con regolazione nel precarico in ben 15 step. A sinistra abbiamo l’idraulica e a destra la molla. L'escursione è buona, con 200 mm.
Sicuramente un bel ritorno i cerchi anteriori da 21 pollici, con copertura Dunlop Trailmax Mixtour 90/90/21, mentre dietro la misura è di 150/70/R 18; in questo caso, quella anteriore mi è sembrata un poco stretta. In alternativa, si possono ottenere i Metzeler Karoo Street.
Dietro c’è un forcellone con mono ammortizzatore con regolazione del precarico su 7 step, ma manca il pomello. L’escursione è da 190 mm.
Passiamo all’impianto frenante che davanti monta due dischi da 310 mm a margherita e pinze Nissin a 2 pistoncini. Dietro il disco è da 256 mm, sempre a margherita e mono pinza Nissin.
Molto bene l’elettronica che fornisce 5 settaggi che agiscono su numerosi parametri. I primi quattro, Sport, Standard, Rain, Gravel, presentano settaggi prestabiliti, mentre su User si può agire sui diversi parametri, tra cui il freno motore, il traction control e l'ABS, che può essere portato solo sull’anteriore in caso di fuoristrada.
Il dashboard da 5 pollici è personalizzabile su 4 layout, con una grafica bianca o scura a seconda della luce, sempre ben leggibile, forse alcuni dati sono un poco piccoli, ma nel complesso accettabile, infine offre la possibilità di connettere lo smartphone per gestire con l’auricolare le chiamate ed il navigatore.
Ma andiamo finalmente al suo cuore pulsante il motore bicilindrico parallelo da 750 cc che è lo stesso montato dalla Hornet, un propulsore che riesce a sfoderare 92 cv a 9.500 giri ed una coppia di 75 Nm a 7.250 giri. Chiaramente, parliamo un un motore inedito, molto compatto con carter umido e corsa corta che si traduce in maggior spunto, inoltre riesce ad emettere anche un sound niente male, ma qui alcuni hanno storto il naso per lo scarico basso, ma a dire il vero non mi dispiace affatto e aiuta ad abbassare leggermente il baricentro. Bene il cambio, ma il quickshifter up and down è solo a richiesta, peccato.
Misure interessanti con un interasse di 1.560 mm ed un’altezza da terra di 210 mm. Il peso è di 208 kg col pieno.
Transalp: Guida
Alla guida si apprezza la sua docilità , ma non aspettatevi una enduro come l’Africa twin; qui siamo su una moto che ama fare lunghe percorrenze, in totale sicurezza e confort, e non disdegna sporcarsi le ruote, seppur lo faccia con una certa eleganza e con un controllo raro. In sostanza, una moto che mette subito in chiaro i suoi limiti e non consente di sbagliare, del resto, in sella si apprezza la sua leggerezza ed il bilanciamento, che rende quasi un peccato "sporcarla" con bauletti o borse.
Il bicilindrico da 750 cc è uno dei meglio riusciti della categoria e mette in soffitta il vecchio 2 cilindri a V della prima Transalp. Eccellente le progressione della propulsione, qui la Transalp diventa davvero per tutti, ma dopo i 6.000 giri tira fuori i muscoli, con un rombo deciso e molto carattere.
Le vibrazioni sono attenuate dalla presenza dei contralberi, ciò nonostante, a bassi regimi emergono, ma non sono per niente fastidiose. Insomma, una moto che mette subito a proprio agio. Anche in ripresa dimenticatevi gli strappi, infatti, sale sempre con una docilità che ne garantisce il pieno controllo.
Molto buona la rapportatura del cambio a 6 marce, con la prima e la seconda molto corte, che chiaramente sono pensate per il fuoristrada, peccato che il passaggio sia un poco secco, unico neo è che il quickshifter, che funziona molto bene, sia a richiesta.
Apprezzabili le modalità di guida con un’elettronica che lavora molto bene; mi è piaciuta molto la possibilità di modificare i parametri in modalità User. Devo dire che ho anche apprezzato il Dashboard, ma le info sottostanti sono fin troppo piccole, soprattutto quando si vuole agire in marcia.
La ciclistica è messa a punto alla perfezione, partendo dall’inclinazione del canotto dello sterzo alla larghezza del manubrio. Qui emerge l’ottimo telaio, che è stato irrigidito nei punti giusti, ma anche la distribuzione dei pesi è buona, senza avvertire mai l’altezza del baricentro, anche nelle strade ricche di curve, ma il raggio di sterzata non è il massimo, problema che si riscontra nei tornanti molto stretti. Bene le leve ben distanziate e raggiungibili senza difficoltà .
Transalp è una moto che si apprezza anche in due, ma si sente la mancanza della regolazione delle sospensioni, che restano sempre piuttosto morbide, che la portano in alcune condizioni a coricarsi. Un' altra mancanze è il pomello per il precario sull’ammortizzatore posteriore, ma devo ammettere che lavora molto bene, assorbendo qualsiasi fondo o sconnessione. Non si sente mai la mancanza di aderenza, in pratica, una moto che privilegia la sicurezza, per questo si apprezza il controllo di trazione regolabile su 5 livelli integrato all’anti wheelie.
Molto bene anche nei cambi di direzione, specie parlando di una molto con una ruota da 21 pollici. Non ho mai riscontrato difficoltà tali da segnalare, unico aspetto che avrei preferito: una gomma leggermente più larga sull’anteriore.
Come dicevo, Transalp è un'eccellente viaggiatrice, con una buona protezione dal vento, nonostante il cupolino non sia molto esteso e non sia regolabile, ma in autostrada si viaggia molto bene senza essere avvolti da fastidiose ventate. La frenata è efficace e molto progressiva, mai brusca.
La posizione di guida consente di trovare una buona comodità e questo aspetto si apprezza nelle lunghe percorrenze. Apprezzabile anche la scelta di offrire due tipologie di sella, quella standard oppure quella ribassata, ma anche con quella di serie mi sono trovato molto a mio agio, toccando sempre con l’intera pianta del piede.
Negli spostamenti da fermo si mette a nudo il bilanciamento dei pesi, molto corretto, è difficile sbilanciarsi o sentire eccessivamente il peso che è contenuto in poco più di 200 kg.
I consumi restano sempre sotto controllo, nel corso della prova la media è rimasta sopra i 20 km al litro, pertanto con un serbatoio di 23 litri, l’autonomia è superiore ai 450 km.
Transalp: Conclusione
In sintesi, una moto che ha dimostrato di essere la degna erede della sua antenata col V, ma che non vuole essere una specialistica per enduro o strada, vuole essere un giusto compromesso, per chi ama viaggiare in comodità e confort ed all’occorrenza affrontare anche del fuoristrada, ma mai estremo.
Transalp: Prezzi
La nuova Honda Transalp costa 10.690 euro al netto degli optional, ci sono tre colorazioni ed alcuni pacchetti per personalizzarla.
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