De Meo a tutto elettrico nel 2035: nessuna retromarcia.
Il concetto in estrema sintesi è il seguente: abbiamo investito somme straordinariamente ingenti nell’elettrico in vista del 2035, adesso sarebbe assurdo dire che occorre fare retromarcia e tornare a impiegare denaro nelle auto termiche. Così la pensa Luca de Meo (italiano, classe 1967), dal 2020 presidente e amministratore delegato del gruppo Renault, dal 2023 presidente Acea, l’Associazione costruttori europei di auto. L’Unione europea ha fissato un traguardo, cioè lo stop alla vendita di macchine a benzina e diesel nell’Ue stessa per il 2035. Ma ora arrivano le elezioni Ue: se i nuovi eletti la pensassero diversamente, potrebbero anche imporre regole inedite. “Non dobbiamo rifiutare il progresso, perché noi costruttori abbiamo investito miliardi e non vogliamo tornare indietro Forse l’elettrico non costituirà il 100% del mercato nel 2035, sarà l’80, il 70, il 60, quello che deve essere. Ma sarà una tecnologia dominante. Tornare indietro sarebbe un grande errore”, sostiene il manager.
Tornare indietro? “Sarebbe un grandissimo errore per l'Europa. Perché ci ritroveremmo soli. Negli Usa chiuderanno per non far entrare nessuno. All’università di Economia, alla seconda lezione ti dicono che il protezionismo porta inflazione, inefficienze, scarsa produttività, costi che salgono e ritardi. Mai fare questa scelta”, le parole di de Meo a Quattroruote.
Ed ancora: è necessario stabilire un percorso di collaborazione prima delle cruciali elezioni europee. “Non ci sono dubbi sul fatto che l’industria automobilistica sia impegnata nella decarbonizzazione per rendere i nostri prodotti più intelligenti, evolutivi, connessi. La prova è che stiamo investendo miliardi di euro nella transizione verso l’auto elettrica. Quindi è molto difficile tornare indietro. Chiediamo solo di essere ascoltati”.
In quanto alla Cina che spinge, con la sua straordinaria forza, de Meo ha le idee chiare: “Abbiamo una piattaforma costruttiva elettrica nativa. Se qualcuno vuole adottarla, siamo a disposizione. È necessario fare sistema per contenere l’onda d’urto dei cinesi, allearci per condividere costi di investimento o capacità produttive”. Poi un’esortazione ai politici: che “rispettino il principio di neutralità tecnologica: se l’autorità pubblica ci dice che dobbiamo azzerare le emissioni, noi lo facciamo, ma almeno non ci dicano come farlo. Lascino la questione agli ingegneri e ai tecnici”.
Per quanto riguarda Renault, il responsabile del marchio, Fabrice Cambolive, in un’intervista concessa ad Automotive News Europe ha dichiarato: “La nostra strategia è quella di avere ‘due gambe’ in ogni segmento. Una gamma di veicoli a combustione interna con tecnologia ibrida e un modello completamente elettrico”. Morale: Renault continuerà a offrire sia veicoli a combustione interna sia auto 100% elettriche.
Poi c’è la Renault 5: “Non è un’auto come le altre. Arriva in un momento in cui milioni di europei stanno facendo la grande transizione verso la mobilità elettrica, connessa e sostenibile”. Target, farne il veicolo di riferimento per la transizione energetica.
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