top of page

Moto Morini STR Seiemmezzo Test Drive (Video)

Nuova Moto Morini STR Seiemmezzo, non chiamatela entry level.


Moto Morini, il marchio storico italiano, torna con due modelli ed un unica motorizzazione, partiamo della Seiemmezzo, disponibile in allestimento STR stradale e la scrambler SCR.

La protagonista del nostro test drive è la SCR Seiemmezzo, una moto per tutti a partire dall’altezza della sella di 81cm da terra che consente a bikers di qualsiasi altezza di toccare comodamente con l’intera pianta del piede, unico neo è il peso di 200 kg, più alto rispetto alle dirette competitors, ma una volta in sella non si percepisce, grazie al bilanciamento pressoché perfetto.



La Moto Morini STR Seiemmezzo è disponibile anche a 35 kW depotenziata.

Ma iniziamo a conoscerla nel dettaglio partendo dal design inconfondibile, opera del centro stile Moto Morini di Trivolzio, anche se in effetto la proprietà del marchio è cinese, ma lo sviluppo e gran parte della componentistica è assolutamente made in Italy.

Il look è da Naked, con una personalità forte determinata dal grande serbatoio da 16 litri che nella nostra colorazione Smoky Anthracite, mette in evidenza le forme scolpite e muscolose.

Sono disponibili altre due colorazioni, bianco e rosso.


La sella è particolarmente confortevole per due persone, con un trattamento dello Sky che prevede il logo inciso a caldo e la classica cinghia, mentre come optional si possono ottenere i maniglioni.

La coda è pressoché inesistente con un faro posteriore minimal a led ad alta intensità, mentre la tria è spostata su un supporto ancorato al forcellone.



Il grande faro tondo anteriore è un vero capolavoro di design, con la diurna circolare ed il proiettore principale annegato all’interno, tutto rigorosamente full led. Molto belle anche le micro frecce a led dinamiche.

Il parafango anteriore è composto da due elementi ottimamente integrati e con la protezione degli steli.

Molto bella infine la placca sottosella a contrasto.



L’opera dei designer di Moto Morini si è focalizzato sul minimalismo e la pulizia, come nello scarico perfettamente integrato e che segue l’andamento della piastra in alluminio delle pedaliere.

Il Cluster TFT da 5 pollici risulta leggibile in qualsiasi condizione di luce, con la grafica commutabile giorno e notte, bene anche la dotazione di informazioni, tra cui la connettività con lo smartphone tramite Bluetooth.

Apprezzabili anche i comandi al manubrio illuminati e la leva del freno anteriore e della frizione regolabili.

L’orgoglio per il marchio emerge in infinite riproduzione del logo, come sulle manopole ed il manubrio.

Il forcellone anteriore è un Kayaba da 43 mm con steli rovesciati ed escursione da 120 mm, con regolazione della molla in precario e dell’idraulico in estensione e compressione.

I cerchi sono da 17 pollici sul posteriore e 18 sull’anteriore, con copertura anteriore Pirelli Angel GT da 120/70, mentre dietro troviamo un 160/60.

Il forcellone posteriore in alluminio adotta un Kayaba monoshok regolabile in precario con escursione da 120mm.


Il fiore all’occhiello è rappresentato dall’impianto frenante che davanti adotta doppi dischi da 298 mm con pinze Brembo flottanti a 2 pistoncini, mentre dietro il disco è da 255 mm ed anche qui la pinza è Brembo a due pistoncini.

Il telaio tubolare a traliccio in acciaio mette in luce il motore bicilindrico in linea ad 8 valvole da 649cc raffreddato ad liquido, capace di sviluppare una potenza di 61 cv a 8250 rpm, ed una coppia di 54 Nm a partire da 7000 rpm. Per gli amanti dei numeri, l’alesaggio è d 83mm e la corsa da 60mm.

Ed anche nel blocco motore l’aperto estetico è stato tenuto molto in considerazione, con gli scarichi ben in evidenza ed una protezione in plastica con aperture con trama tipicamente racing.



La Moto Morini STR Seiemmezzo sa mette subito a proprio agio, complice una guida facile e coinvolgente, questo grazie alla sua grande maneggevolezza e il bilanciamento, che non fa percepire la massa. Molto apprezzabile la triangolazione con un manubrio non molto largo e leve regolabili che consentono di trovare subito la posizione più corretta.

Una agilità che si apprezza sia nel traffico cittadino, che nell’extraurbano, anche quando si desidera affrontare strade ricche di curve.

Se vogliamo essere pignoli, le pedalini sono un pò avanzate, ma gli incavi sul serbatoio consentono di alloggiare le ginocchia, che restano ben protette.

Chiaramente parliamo di naked che non protegge dal vento in tratti autostradali, in questo caso è consigliabile un capolino che però non è presente nella linea accessori.

E' difficile denominarla entry level in quanto, anche se si adatta alla guida dei neofiti, sa regalare soddisfazioni anche a piloti esperti.



Il motore bicilindrico eroga la sua potenza in maniera sempre fluida e controllabile, ma se non vi basta sopra gli 8000 giri sa tirare fuori i muscoli ed un sound cattivo al punto giusto. Le vibrazioni sono molto contenute, anche hai regimi più bassi, ma in tornanti stretti e a bassi regimi bisogna prestare un poco di attenzione, sia per il peso che per qualche perdita di fluidità.

Il piacere di guida si misura anche grazie alle sospensioni totalmente regolabili, dove davanti non è mai cedevole, ma sa accompagnare con precisione sia in frenata che in traiettoria, mentre dietro il monoshock Kayaba si comporta con maggior precisione, del resto le coperture Pirelli Angel  assolvono in maniera efficace al loro compito, con un grip che è la somma perfetta della messa appunto di questa Seiemmezzo. La scelta di adottare sull’anteriore una copertura da 18 pollici si è rivelata azzeccata, infatti ci guadagna la precisione con un’approccio che rende la STR divertente da guidare.

I freni con ABS sono un altro punto favorevole, infatti il doppio disco anteriore con le pinze flottanti Brembo a due pistoncini non è mai brusco, dunque anche se siete alle prime armi nessuna pura, ma se il ritmo è elevato per fermare la moto emerge la sua modularità.

Il freno posteriore, a differenza di molte competitors, è ben modulabile e deciso.

La Seiemmezzo non ha mappature specifiche e sotto questo aspetto alcune dirette competitors fanno meglio, ma qui parliamo di un oggetto nato per un piacere di guida puro ad un prezzo che esalta il rapporto qualità prezzo.

Ultima nota i consumi, be devo dire che non se l’è cavata male, con una media nel corso della prova di oltre 18 km con un litro di carburante, nella media.






0 commenti

Post correlati

Mostra tutti
bottom of page