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Immagine del redattoreRedazione

Volkswagen e Renault insieme per l'elettrica per tutti.

Due grandi marchi per l'elettrica ultra low cost, anti Cina.


Come combattere la fortissima Tesla? Serve unire le forze. Infatti, Renault con Volkswagen vogliono fare squadra per competere in un campo specifico: l’elettrica ultra low cost anti Tesla. Dove per low cost si intende una macchina a batteria al 100%, da 20 mila euro circa. È anche un modo per contrastare l’annunciata invasione di auto elettriche cinesi. Un doppio scudo: contro la Casa del Texas del pirotecnico Musk; e contro Pechino.

 

Siamo a livello di indiscrezione, fornita dall’autorevole quotidiano Handelsblatt. I colloqui con Renault sono ancora in una fase iniziale. Il target? Una produzione annuale di un massimo di 250 mila veicoli. Se Volkswagen non ha commentato, un portavoce di Renault ha dichiarato che la cooperazione è necessaria per essere competitivi nel segmento delle citycar a batteria. D’altronde, secondo la società di ricerca Jato Dynamics, il prezzo medio di un veicolo elettrico in Europa nella prima metà del 2023 si è attestato a 65 mila euro, rispetto ai 31 mila in Cina. Quindi, 20 mila in Europa è low cost.

 

Le due Case sono da tempo su questa strada. C’è stato il lancio di una nuova Twingo elettrica, che dovrebbe costare meno di 20 mila euro. Il ceo del gruppo transalpino, Luca de Meo, ha parlato di volontà di democratizzare il mercato. A marzo, Volkswagen ha presentato ID2.all, una vettura a batteria in fase di sviluppo che dovrebbe costare 25 mila euro, per il 2025. 

 

Intanto, Stellantis ha presentato la nuova Citroen ë-C3, una cinque porte di segmento B elettrica lanciata la prossima primavera a 23.300 euro con una batteria LFP da 44 kWh e un’autonomia di 320 km. Costruita nello stabilimento di Trnava in Slovacchia, impiega l’architettura modulare Smart Car, sviluppata per produrre veicoli nei paesi emergenti come India e Sud America.

 

Chiaramente, low cost deve andare di pari passo con qualità, autonomia elevata, sicurezza. Forse, qualcosa cambierà se l’Unione europea imporrà dazi alle elettriche cinesi: una barriera artificiale ai flussi di vetture. Uno strumento di protezione dell’automotive europea, voluto specie dalla Francia: il dazio viene riscosso attraverso una dichiarazione doganale, pagata dall'importatore. Le entrate monetarie date dai dazi poi costituiscono per lo Stato un introito fiscale.

 

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