Com'è e come va su strada la rivale numero uno della Tesla Model 3?
Oramai l’elettrico è una scelta quasi obbligata ed, in effetti, l’offerta cresce costantemente, ma se oltre alle zero emissioni volete anche un’auto bella da guardare e soprattutto da guidare, arriva la nuova Polestar 2.
Polestar 2: Design
Era il lontano 2016, quando Volvo presentò il suo futuro prossimo, con due concept car che lasciarono letteralmente tutti a bocca aperta, la 40.1 e la 40.2.
La prima venne commercializzata pochi mesi dopo con il nome XC40, ma della splendida 40.2 si persero le tracce, fino a quando Polestar, marchio full electric di Geely Holding Group, decise di lanciarla col nome 2.
Da qualche mese Polestar è presente in Europa e la nuova 2 sta facendo parlare molto di sé, non solo per il suo look elegante e sportivo al contempo, ma anche per la tecnologia. Oggi ve la racconto partendo proprio dal design.
Che la base di partenza sia Volvo non vi è dubbio, per numerosi elementi, ma Polestar non vuole rinunciare alla sua identità, dunque nel frontale sparisce ogni logo, per lasciare spazio ad una griglia con elementi quadrati che celano il radar dei sistemi di sicurezza e la telecamera frontale. La stella polare si sposta sul cofano lungo ed orizzontale.
I proiettori riprendono il design a freccia e sono alimentati a Led dinamici con abbaglianti automatici. Il paraurti è massiccio, segnato dalla bocca inferiore di raffreddamento delle batterie e unito a delle feritoie verticali ai lati che inglobano i fari supplementari anche questi a Led.
La linea, come dicevo, è da berlina coupé, molto elegante e con un ottimo equilibrio tra i volumi. Non ci sono nervature evidenti, infatti le superfici sono levigate e sinuose, tranne che nei sotto porta, dove troviamo una muscolatura geometrica, che alleggerisce il fianco.
I generosi passa ruota con modanature di protezione, ospitano cerchi in lega diamantati da 19 pollici, dal disegno molto interessante.
Il padiglione, con il parabrezza anteriore che si raccorda alla finestratura termina con un montante C molto inclinato che a sua volta si spegne in un terzo volume sfuggente.
Meno belle le maniglie, troppo grosse e sporgenti. In questo caso, la soluzione della concept car 40.2, con maniglie a filo carrozzeria era più indicata, ma gli specchi retrovisori senza cornice sono molto belli.
Le misure sono generose, con una lunghezza di 461 cm, una larghezza di 186 cm, un’altezza di soli 148 cm ed un passo di 274 cm.
La sezione di coda è tipicamente da coupé, con i gruppi ottici full Led dinamici che si estendono nella coda, con la striscia inferiore totalmente illuminata, che si raccorda con entrambe i fari. Il paraurti ingloba la targa ed i fari supplementari in una sezione scura.
Le varie superfici trattate in forma geometrica si ripetono anche nella parte centrale del portellone, dove campeggia il logo Polestar.
Polestar 2: Bagagliaio
L’apertura del portellone, affidata ad un sistema elettrico con hands free, che consente di accedere ad un volume molto ampio, anche se la bocca di accesso paga pegno al design, con uno scalino piuttosto pronunciato.
Le finiture sono in moquette ed in più abbiamo una tasca a rete per riporre oggetti, punti luce a Led, ganci ed una presa a 12 V. C’è un piccolo doppio fondo molto capiente ed in più una paratia alzabile, una soluzione molto intelligente, per organizzare i carichi.
La capacità parte da 446 litri e può raggiungere i 1.095, abbattendo gli schienali suddivisi in 40 e 60 ed in più abbiamo a disposizione anche una botola di collegamento con l’abitacolo.
Ma per i cavi di ricarica c’è anche un pozzetto rivestito in moquette sotto il cofano anteriore da 35 litri.
Polestar 2: Abitabilità posteriore
Il raggio di apertura della portiera è molto ampio, dunque ingresso a bordo molto agevole, ma attenzione alla modanatura che sporge.
Dietro si viaggia comodi solo in due, infatti il tunnel è molto alto, un’aspetto inusuale per una elettrica, ma va detto che la piattaforma CMA comprende l’inserimento delle batteria a T, per una miglior distribuzione dei pesi.
Pertanto lo spazio per le gambe del terzo passeggero è molto sacrificato.
La seduta per due passeggeri è ben sagomata e riscaldata ed, in più, abbiamo a disposizione due bocchette dell’aria, una USB di tipo C e tasche nel retro dei sedili e nei pannelli porta. Il bracciolo è particolarmente ampio con porta bicchieri. Meno bello il pannello rigido dietro al sedile. I materiali sono di buona qualità, come le finiture ed assemblaggi, in più la luminosità offerta dal tetto panoramico extra large è ottima, ma la stella polare proiettata sul cristallo è una bella trovata.
Polestar 2: Posto guida
Per accedere si può utilizzare la chiave, che comprende anche un tasto allarme, ma se preferite potete scaricare l’app per utilizzare numerose funzioni, tra cui l’apertura e chiusura.
Qui l’atmosfera è molto familiare agli utenti del marchio svedese, in quanto si percepisce quella cura per il dettaglio, ma al contempo sobrietà.
Le sedute rivestite in materiale tecnico di ottima qualità, adottano un design ergonomico. Le regolazioni sono elettriche con due memorie, riscaldamento e ventilazione.
La plancia ha un design lineare e pulito, con il rivestimento in plastica soft touch e la parte centrale in stoffa, che ritroviamo sui sedili e nei pannelli porta, ma la cosa più apprezzabile è la presenza delle modanature in legno in tinta con gli interni, non solo in plancia ma anche nel tunnel, che ha un design molto minimalista, infatti abbiamo solo il joystick shift-by-whire del cambio ed il rotore del volume, peccato che il pomello non sia rivestito in pelle.
Belle le luci ambientali, posizionate in modo da creare un effetto sospeso.
Nella parte anteriore del tunnel abbiamo un alloggiamento per riporre lo smartphone e ricaricarlo ad induzione, più un ulteriore scivolo. In più, le due prese USB di tipo C sono protette da due sportellini in gomma.
Al lato del tunnel ci sono due comode tasche rigide, che possono servire per schede o spiccioli. Presenti un porta-bicchiere ed un pozzetto sotto il bracciolo, che cela un secondo porta-bicchiere.
Lo spazio a bordo per gli oggetti è abbondante, con il classico cassetto sul cruscotto molto capiente e le tasche nei pannelli con tapettino in gomma.
Il volante ha un diametro sportivo ed è ottimamente rivestito, in più i comandi offrono un eccellente feedback.
La strumentazione con schermo digitale è configurabile e riporta numerosi dati, ma non molte grafiche. La leggibilità è ottima come la definizione.
Per l’infotelematica, lo schermo verticale touch con definizione HD, simile a quello della XC40, è dotato del sistema Google Automotive, che sfrutta una piattaforma che consente di utilizzare anche il comando vocale Google molto intuitivo e preciso. In poche parole si usa con un vero e proprio tablet, con una fluidità eccellente.
Apple CarPlay ed Android Auto sono anche wireless.
Le schermate possono essere organizzate a piacimento, mentre i comandi del clima restano sempre in primo piano, peccato sia mono zona. Molto bene la sezione dedicata all’elettrico con la possibilità di utilizzare i punti di ricarica on line e punti di interesse oltre alla mappa di Google Maps oppure con grafica 3D.
Ottimo anche il sistema di telecamere che consentono di tenere sott’occhio ogni angolo della vettura, qui è compresa anche la vista a 360 gradi. Il sistema è chiaramente aggiornabile over-the-air.
Polestar 2: Guida
Guidare una novità come la Polestar, è sempre molto interessante, non solo per scoprire come se la cava, ma anche per metterla a confronto con le sue dirette concorrenti.
Chiaramente la prima competitor che mi viene in mente è la Tesla Model 3, ma quest’auto è molto personale e a dire il vero offre una sensazione di guida molto diversa rispetto alla Musk car.
Devo dire che la Polestar 2 si è rivelata da subito sorprendente e piacevole. Il modello che sto testando ha un solo motore e la trazione anteriore, ma è disponibile anche con due motori e trazione integrale e vi posso già anticipare che la proveremo a breve sul canale.
Ma torniamo sulla nostra 2 Single Motor, dotata del pacchetto con batteria più performante, ovvero 78 kWh, in alternativa c’è la 69 kWh. Si tratta di una batteria agli ioni di litio da 400 V, capace di un’autonomia reale che mi ha lasciato molto sorpreso, infatti sono riuscito a percorrere circa 470 km reali e con temperature molto basse, in alcuni casi vicino allo 0. Ma un piccolo trucco c’è, infatti la dotazione prevede la pompa di calore.
Il motore elettrico a magneti, sviluppa ben 231 cv di potenza ed una coppia di 330 Nm sviluppati da subito, come avviene in tutte le elettriche, dunque prestazioni performanti, con una velocità di punta autolimitata a 160 km/h ed un’accelerazione da 0 a 100 in 7,4 secondi, ma quello che sorprende è la progressione. Il tutto avviene, tra l’altro, con un confort acustico da vera auto di categoria superiore, infatti all’interno dell’abitacolo non filtra nulla.
Un altro aspetto che ho trovato positivo è il confort di guida, questo grazie allo schema delle sospensioni, che prevede davanti un MacPherson ed un Multilink nel posteriore, peccato solo che non ci sono le sospensioni a controllo elettronico, anche se con gli ammortizzatori di serie è ottimamente bilanciati. Anche l’assorbimento del fondo è buono, nonostante le coperture barra 45 su cerchio da 19 pollici.
Ma torniamo al propulsore, che propone due modalità di guida, normale e sport, ma la centralina consente di agire sullo sterzo in tre modalità, leggero, normale ed intenso, un sistema che consente di adattare la risposta in base allo stile di guida, va detto comunque che la precisione è elevata, come del resto il carico, sempre corretto.
Molto bene l’impianto frenante che non risente del sistema rigenerativo. Davanti abbiamo dischi autoventilati da 345 mm e 320 mm nel posteriore, per avere spazi di arresto estremamente contenuti ed una eccellente modularità. La rigenerazione è garantita anche dall’efficiente sistema one pedali, regolabile su tre intensità, off, basso e normale. Devo dire che bisogna farci un poco l’abitudine, ma in normale, l’efficacia è garantita.
La ricarica può avvenire sia in corrente continua che alternata, con una potenza massima di 150 kW. Il sistema consente anche di ricaricarla da casa.
Polestar 2: Sicurezza
Polestar, che per chi non se ne fosse accorto ha molto in comune con Volvo, pertanto attinge a piene mani dalla filosofia di sicurezza, con un pacchetto ADAS estremamente completo, che prevede una guida autonoma di livello 2.
Tutti i dispositivi sono ottimamente tarati e mai invasivi. Molto bene dunque il cruise control adattivo ed il mantenimento attivo della corsia, che vi mantiene al centro della carreggiata; ma la lista è pressoché infinita. Unico neo è la mancanza della matrice attiva sui proiettori anteriori, ma l’efficacia dei led è molto alta.
La Polestar 2 è sicuramente una bella novità nel panorama delle elettriche, con contenuti molto interessanti, inoltre è in arrivo un leggero aggiornamento che riguarda alcuni dettagli come la griglia, ma la cosa più rilevante è l’aumento delle prestazioni e della potenza delle batterie, infatti la long range sarà portata a 82 kWh.
Ma già così, la nuova Poletar 2 è promossa a pieni voti.
Polestar 2: Prezzo
La Polestar 2 della prova con trazione anteriore non è più disponibile nel configuratore, infatti, da pochi giorni, c’è stato un aggiornamento, da adesso tutte le 2 saranno a trazione posteriore o integrale con un incremento della potenza. Dunque 272 o 299 cv per le Single Motor e 350 cv per la Dual Motor Performance Pack. I prezzi partono da 55.800 euro.
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