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Auto in divieto di sosta? Violenza privata

Dimenticate il classico verbale da mancato rispetto del divieto di sosta: la Cassazione si è di recente espressa più volte sul reato di violenza privata commesso da chi parcheggia irregolarmente.


Il salto è brusco. La partenza è un illecito da Codice della strada (articolo 158); l’arrivo è dritto nel Codice Penale (articolo 610), con possibilità di sporcarsi la fedina. La legge infatti recita: chi, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni.


L’esempio classico di divieto di sosta trasformato in violenza privata è quello dell’auto che, parcheggiata irregolarmente, impedisce a un guidatore di immettersi nella circolazione e di trasportare un bimbo ferito al pronto soccorso.


Ma vale una condanna per violenza privata il parcheggiare la propria auto in modo tale da bloccare il veicolo di un'altra persona e impedire per ben 45 minuti a quest'ultima di spostarsi: così la Cassazione, con sentenza 9957/2023.


A finire sotto processo era stato un uomo che, neppure dopo il sollecito di chi desiderava “uscire dalla trappola”, aveva spostato l’auto. Un “sequestro” durato tre quarti d’ora, almeno sino all'arrivo della Polizia Municipale, allertata dalla vittima. Il colpevole è stato sconfitto inequivocabilmente in tutt’e tre i gradi di giudizio.


Allo stesso modo, la Cassazione (11463/2023) è perentoria nel fissare un secondo principio, a tutela di chi guida, e contro un pedone aggressivo e ostinato: piazzarsi in piedi davanti a una vettura e impedire al guidatore di proseguire il suo percorso vale una condanna per il reato di violenza privata. Anche nel cortile di un palazzo. Dieci mesi di reclusione al colpevole.


Cassazione infine in difesa dei ristoratori (6494/2023). Se un’auto in sosta vietata blocca i guidatori delle vetture che non possono recarsi al banchetto nuziale, è violenza privata di chi ha parcheggiato irregolarmente: il responsabile deve risarcire il titolare dell’esercizio pubblico.

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